C’è stato un tempo dove la mia vita era riempita di oggetti.
Li sostituivo a quell’attimo di qualità, assieme a famiglia ed amici, che mi mancava. Li sostituivo alle esperienze che avrei voluto fare ma a cui alla fine rinunciavo. Li sostituivo alla mancanza di tempo ed alle opportunità sfumate.
Ero stressata ed annoiata e quindi compravo.
Ad un certo punto nella mia testa è scattato qualcosa, gli oggetti che compravo non mi bastavano più e tutta la confusione che c’era dentro me si è palesata di colpo.
Ma partiamo dall’inizio. Tutto è cominciato quando sono riuscita ad avere la mia prima vera paga. Ho sempre lavorato, anche mentre andavo a scuola e quindi ho avuto relativamente presto la possibilità di scegliere come spendere il denaro.
Ero giovane, avevo voglia di indipendenza e, non appena ho avuto accesso ad un contratto a tempo indeterminato, ho deciso di andare a vivere assieme a quello che diventerà poi mio marito. Non volendo spendere soldi in un affitto e credendo nella nostra relazione abbiamo scelto di comprare casa. Stavamo assieme già da qualche anno ed eravamo decisi a passare la vita assieme.
Sognatori? Probabile, però ha funzionato!
L’acquisto della casa ha portato all’inevitabile acquisto di accessori, mobili, suppellettili…ed io lavoro in un negozio di articoli per la casa quindi vi lascio immaginare la mia passione smodata per tutto ciò che la compone.
Vivevo in una casa piccola, con due cani adottati poco dopo esserci trasferiti ed un marito disordinato cronico. Il tempo da dedicare alla casa era pochissimo, la nostra carriera stava appena iniziando e la voglia di affermarci era alta.
Lo scontro è stato inevitabile.
Io mi sentivo impotente di fronte l’idea di massaia perfetta che la società mi imponeva e che era lontanissima dal mio essere, passavo dall’essere quasi maniacalmente organizzata ad una quasi totale anarchia ed i pochi attimi liberi che mi restavano li volevo dedicare a me.
Nel giro di pochi anni ho sentito la necessità di trovare una soluzione a tutto questo peso che sentivo addosso, mi sentivo inadeguata e stracolma di cose che giacevano inutilizzate e mi rendevano ancora più infelice. Insomma la mia vita era nel caos più totale.
Era il 2014 ed i colleghi, probabilmente stufi di sentirmi lamentare della mia costante lotta al disordine, mi regalarono il libro di Marie Mondo “Il magico potere del riordino”.
Per me è stata la svolta. Non tanto per il metodo Konmari in se, in linea con una cultura diversissima dalla nostra e quindi a volte troppo astratto per noi, ma per l’idea di minimalismo e decluttering che professava. Dopo anni e anni di mantra al suono di “potrebbe servire” sono riuscita a mettermi in uno stato mentale che ragionava solo ed esclusivamente sul desiderio di possedere qualcosa.
È stato in quel momento che ho deciso di cambiare, di iniziare un percorso di rinascita, di rivoluzionare i miei schemi mentali.
Non sarò mai una minimalista, non fa parte di me. Ma posso essere una persona consapevole, felice delle cose che possiede e della casa in cui vive. Il riordino dei propri spazi porta inevitabilmente ad un riordino mentale. È un percorso che abbiamo intrapreso assieme, mio marito ed io, e che ha cambiato totalmente il nostro approccio verso lo spazio in cui viviamo.
Abbiamo ridefinito gli spazi dell’abitazione, trovando o creando un posto per ogni cosa. Svuotato ogni stipetto ed ogni cassetto, abbiamo ritrovato cose dimenticate da tempo.
Il nostro contatto con la casa è diventato più sereno ed è iniziato il nostro percorso verso una vita più consapevole, cominciando dalla spesa. Abbiamo cominciato a dare valore alla qualità, cercando di privilegiare i prodotti del territorio e le aziende locali.
E’ iniziata una vita più attenta, dove l’acquisto viene fatto con uno scopo e ne viene valutata l’importanza e la qualità. Ne è migliorata la mia relazione, il mio rapporto con lo spazio in cui vivo e la mia serenità è tornata.
Non sono perfetta, la mia casa è ancora piena di oggetti, però sono cose che mi rendono felice. Ricordi di un passato che voglio custodire, accessori che appena vedo mi fanno sorridere o un bel libro che mi fermo volentieri a sfogliare.
Fare decluttering non significa per forza essere minimalisti o avere una casa vuota ma semplicemente scegliere con cura con cosa riempire i nostri spazi, circondarci di cose che per noi hanno un valore.
Se siete passati di qui, forse, anche voi avete voglia di dare un cambiamento ai vostri spazi e alla vostra vita. Sappiate che è possibile, e l’effetto finale vi stupirà!
Un bacio, Fanny